I ragionamenti sul cambiamento dell’editoria vanno avanti da un numero sufficiente di anni da avere l’impressione – se li si segue da un po’ – di averli già sentiti tutti. Per questo sono felice che Marco ne stia scrivendo su Medium (e in pentola, se leggete bene, c’è anche di più): trovo straordinariamente utile che a parlarne, a raccogliere punti di vista e a “unire i puntini”, sia qualcuno che conosce in concreto il mestiere dell’editore, sia in termini tradizionali che innovativi. Da quanto ha scritto fin’ora mi porto via due idee; a voi lascio il consiglio di seguire gli sviluppi del ragionamento.
MARGINI, TRIGONOMETRIA E VOLUMI
«Non sarà di certo la scarsa marginalità generata dagli ebook a rappresentare un problema, ora, per Amazon. Anzi, il colosso di Seattle sembra proprio volerci dire: non occupatevi poi troppo degli ebook, non ci si guadagna. Anzi, visto che ci sono molti più scrittori che lettori, lasciate pure che gli scrittori vengano a noi. A voi editori rischiano solo di far perdere tempo.»
Il prezzo è la leva principale per far crescere se non i margini almeno i volumi del libro digitale. Ma a chi giova?
IVA E ALTRO ANCORA
«Se L’IVA è agevolata per i libri cartacei soltanto in funzione del complesso meccanismo di vendita che li regola e i libri elettronici ne sono per natura e definizione avulsi, perché gli ebook dovrebbero avere un’imposta sul valore aggiunto agevolata?»